martedì 22 novembre 2016

Stati Uniti 2017, “Era” Trump


L’8 Novembre 2016, Donald Trump ribaltando tutti i sondaggi viene eletto Presidente degli Stati Uniti d’America. Questo indica la recente attualità. Cosa succederà adesso invece non é ancora chiaro. 

Tutte le cancellerie europee sono molto preoccupate da questa elezione. Trump é considerato come troppo irruento, e poco diplomatico per esercitare una funzione così importante, in oltre tutta la sua campagna elettorale, che lo ha portato alla presidenza, si é contraddistinta per una eccessiva aggressività, razzismo, maschilismo e concetti estremamente populisti. Altro fattore di non poco conto, é che il magnate ha promesso di cambiare drasticamente le relazioni degli Stati Uniti, esprimendosi a favore di un isolazionismo, ed di una maggiore vicinanza alla Russia di Putin.

Ad oggi é difficile prevedere come concretamente si svilupperanno queste promesse elettorali, anche perché la sua squadra di Governo non é stata ancora formata. Molto rilevante é anche il fatto che la sua elezione, nata dalle primarie del Partito Repubblicano, non trova in questo grande consenso. Negli Stati Uniti Trump é visto come un imprenditore aggressivo, che ha ottenuto il successo con mezzi “border line”. Non viene considerato l’uomo che incarna il sogno americano, che raggiunge il successo grazie alle proprie abilità, ma come un egocentrico che con la televisione e la fama si é costruito un immagine vincente. 

Il Partito Repubblicano é da sempre un partito conservatore, ti tipo statunitense, che ha sempre favorito uno sviluppo dell’economia di tipo liberale, ed a livello sociale un forte tradizionalismo. Per questo motivo, non possono appoggiare in pieno una personalità così egocentrica ed irruenta. I candidati alle primarie voluti dal Partito erano infatti Jeb Bush (fratello di George W. e figlio di George), Marco Rubio Governatore della Florida di origine Cubana, o al massimo Ted Cruz conservatore estremista appartenente al Tea Party, cui anche Trump dice di ispirarsi. In sostanza tutti questi candidati sono prodotti del Partito Repubblicano, al contrario di Trump che in precedenza tentò la candidatura con il Partito Democratico e poi da indipendente. Secondo molti esperti é possibile che durante la sua Presidenza Trump trovi come vero oppositore il suo Partito, che ha la maggioranza al Congresso ed al Senato, ancor più che il Partito Democratico in cerca di una nuova identità. 

Quello che già oggi appare chiaro é che il Partito fisserà dei paletti alle scelte di Trump, che qualora dovesse superare metteranno a rischio la sua presidenza. In generale il presidente eletto favorirà le lobby o le sfere di influenza cui appartiene (edilizia su tutte) e quelle che gli hanno finanziato la campagna elettorale (industria delle armi). E’ quindi prevedibile che cercherà di incentivare la costruzioni di infrastrutture e nuovi sobborghi, aumentando la spesa degli armamenti. Probabilmente favorirà l’isolazionismo, seppur non in maniera eccessiva, come proposto in campagna elettorale. Sarà ovviamente interessato allo sviluppo delle sue aziende, sfruttando la pubblicità proveniente dalla Presidenza. In politica estera probabilmente si avvicinerà a Putin anche se in questo caso potrebbe scontrarsi con le lobby repubblicane, contrarie e concorrenti a quelle russe. Quello che é certo che in diplomazia dovrà cambiare totalmente i toni utilizzati e sicuramente dovrà cambiare le proposte geopolitiche fatte in campagna elettorale, per non destabilizzare totalmente l’assetto mondiale. Il Presidente Obama in politica estera ha adottato politiche di non intervenzione diretta nelle zone di conflitto, come da tradizione Democratica, al contrario dei Repubblicani che hanno sempre preferito mantenersi neutrali, oppure intervenire direttamente. Forse Trump troverà sostengo per un azione militare contro Daesh, ma sarà più difficile trovare appoggio ad un accordo con la Russia a sostegno del Governo Siriano, e per la questione Ucraina. Sarà in oltre, interessante vedere quale sarà il rapporto con l’Europa, che palesemente si opponeva alla sua candidatura.


In linea di massima la presidenza di Trump sarà propensa all’espansione economica delle sue aziende. E’ già chiaro il forte conflitto di interessi che colpisce il Presidente eletto, questo gli verrà concesso fino a che non tocchi gli interessi delle lobby legate ai repubblicani, che in qualsiasi momento potrebbero metterlo sotto impeachment (la messa in stato di accusa del Presidente degli Stati Uniti). Probabilmente Trump non é un presidente controllabile e devoto al partito, ma questo ha il potere di sfiduciarlo in qualsiasi momento. E’ quindi probabile che tutta le presidenza vivrà su questo ricatto, tanto che molti analisti dubitano che Trump giunga a fine mandato, per questo motivo il titolo di questo post, vede fra virgolette “ERA” Trump.



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