martedì 25 ottobre 2011

Futuro?

La speranza nel futuro, è una condizione indispensabile per qualsiasi individuo. Perché lo spinge a perseguire i suoi obbiettivi, e lo rende sereno nell'affrontare le quotidiane difficoltà.
Fin qui possiamo trovarci tutti...

Ma cosa vuol dire pensare realmente al futuro?

A mio parere, significa in un certo senso, preparare una strada per il domani. Far si, che problemi che abbiamo affrontato in passato, o stiamo affrontando al presente non si ripropongano più.
Quello che però trovo incomprensibile, è come, ormai di consuetudine, più che pensare al domani, si pensa unicamente alle ore successive.
Quando si incontra un problema, non lo si affronta, ci si mette una toppa... E come una toppa su un vestito, resisterà per un periodo limitato, finché il problema, o il buco, non tornerà allo scoperto, probabilmente in maniera più ampia.

La mia generazione, quella che va dai 30 ai 40, ma comprenderei anche le fasce di età più basse, è stata cresciuta al "fai questo che domani ti tornerà utile". Ma ad oggi, questo non accade.
I giovani italiani, sono tutti diplomati, moltissimi (confrontando con i coetanei europei) hanno lauree, corsi e master vari... Ma a che fine?
La laurea oggi, non ha nessun vantaggio nel mondo del lavoro, ad eccezione di alcune categorie, (ad es. per la professione medica). Certo, l'insegnamento, è puramente teorico, il tempo trascorso negli atenei è elevato, quindi anche lo studente modello, che a 22 anni si è laureato (caso più unico che raro), e magari l'anno successivo fa un master... entra nel mondo del lavoro a 23 anni (e stiamo parlando di casi limiti). E cosa va a trovare nel mondo del lavoro?

Stage di formazione...
Quindi dopo 17 anni di formazione (5 elementari, 3 medie, 5 superiori, 4 università) servono 3 - 6 mesi di formazione lavorativa... e dopo lo Stage (ovviamente non retribuito) cosa succede?
Nel 90% dei casi, ci si ritorna sul mercato... alla ricerca di nuovi stage?

Ritornando al concetto iniziale, quello sul futuro... Così facendo il futuro finisce su i mille annunci di lavoro.
Parlando a livello più ampio, se ad una persona con 17 anni di formazione alle spalle, gli venisse anche, proposto uno Stage, ma dopo i 6 mesi, fosse assunto, magari a tempo determinato, non ne gioverebbe anche l'azienda? Oltre a tutto il sistema economico del Paese? (Una persona che guadagna, spenderà, comprando prodotti fatti da aziende, che i loro guadagni posso rimetterli in circolazione con nuovi investimenti... insomma Abc economico).

Ma in questo Paese, la "programmazione" è diretta alla mattina successiva.. quindi "Occupato" lavorativamente significa parcheggiato per qualche mese, giusto per non far entrare questi individui nelle statistiche di disoccupazione. E cosa avverrà domani?

Forse non è arrivata l'ora di darsi una bella svegliata? Mettere al top delle priorità, le capacità, i meriti degli individui, e non l'immediata convenienza economica? Dato che uno stagista, non ha costo, ma un lavoratore professionale, che costo ne ha, avrà certamente una produrrà in quantità e qualità maggiore.
Altrimenti, rimaniamo così.. senza futuro!